sabato 22 settembre 2012

22 Settembre 1946
Giovanni Castiglione contadino
Girolamo Sciaccia contadino

Pochi la ricordano, ma, nel secondo dopoguerra, anche Alia, in provincia di Palermo, ebbe la sua strage. Una terribile strage, con morti e tanti feriti. Accadde la sera del 22 settembre 1946, mentre era in corso una riunione di contadini nella casa del segretario della Camera del lavoro del paese. I decreti Gullo, che davano il diritto alle cooperative contadine di chiedere l’assegnazione delle terre incolte o malcoltivate degli agrari, avevano creato entusiasmo e voglia di lottare anche in questo piccolo centro della Valle del Torto. Infatti, la riunione era stata convocata per discutere dell’occupazione dei feudi «Rigiura» e «Vaccotto», tutti e due nelle mani di gabelloti mafiosi. C’erano tanti contadini quella sera a quell’assemblea, c’era grande fermento e si discuteva piuttosto animatamente, per curare nei dettagli l’organizzazione dell’iniziativa di lotta. All’improvviso, «qualcuno» dalla strada lanciò delle bombe a mano nella casa, mentre «altri» spararono dei colpi di lupara. Due contadini, Giovanni Castiglione e Girolamo Sciacca, morirono sul colpo, altri tredici rimasero feriti. Fu una strage anticipatrice di quella che sarebbe stata consumata il 1° maggio a Portella della Ginestra. Il paese rimase sconvolto da tanta ferocia. Pur avendo consapevolezza del durissimo scontro sociale in corso, i contadini e l’opinione pubblica non pensavano che si potesse arrivare a tanto. Non pensavano che la ferocia degli agrari e della mafia arrivasse a tal punto da decidere di sparare nel mucchio, di ammazzare chiunque, di provocare una strage, pur di tenere a freno la «fame» di terra e la voglia di libertà della povera gente.
Alia e la strage dimenticata, La Sicilia