lunedì 10 settembre 2012

10 Settembre 1981
Vito Ievolella 51 anni, carabiniere

Carabiniere, nato a Benevento il 4 dicembre 1929 e ucciso a Palermo il 10 settembre 1981. Dopo essersi arruolato nell’Arma dei Carabinieri, venne destinato alla Legione di Alessandria. Nel 1958 frequentò la scuola sottoufficiali di Firenze per poi essere trasferito a Palermo. A partire dal 1965 fu al nucleo investigativo del Comando, dove si distinse per serietà, dedizione e coraggio. Partecipò a molte delicate indagini che, grazie alle sue tecniche investigative, lo resero meritevole di sette encomi solenni e di ben 27 apprezzamenti del comandante generale dell’Arma. Fu ucciso in un agguato mafioso in piazza principe di Camporeale, mentre con la moglie aspettava la figlia Lucia impegnata in una lezione di guida. I killer l'hanno ucciso con sei colpi di pistola.
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I collaboratori di giustizia, Salvatore Cancemi e Salvatore Cucuzza, hanno aiutato gli inquirenti a far luce sul delitto. Per l'omicidio sono stati condannati all'ergastolo, con sentenza definitiva della Cassazione, il boss della Kalsa Tommaso Spadaro, considerato il mandante, e Giuseppe Lucchese, l'esecutore materiale.
Ievolella era diventato una persona scomoda, perché scomode erano le sue inchieste, come il rapporto che presentò su 45 persone accusate di associazione a delinquere, contrabbando di sigarette, traffico di droga e omicidi. Il maresciallo aveva capito che dietro il traffico di droga e di sigarette c'erano Tommaso Spadaro e il figlio Francesco. Il carabiniere ucciso viene ricordato dal parlamentare Ds Giuseppe Lumia come "non solo una figura esemplare di servitore dello Stato, ma anche uno straordinario investigatore che seppe conseguire importanti risultati contro Cosa nostra".
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