Per quale motivo la Cina sta sviluppando una capacità militare che la porrà in diretta competizione con gli USA? Perché non continua a crescere esclusivamente sul piano economico, lasciando il ruolo di gendarme del mondo agli Stati Uniti? Perché nel suo caso è facile che il poliziotto a breve la vedrà a breve come si guarda un ladro.
Detta
in altri termini; è verissimo che molti paesi hanno beneficiato della
pax americana e sono riusciti a ricostruire le loro economie anche
grazie alla proiezione di potenza USA - che li difendeva gratis.
Nei
primi anni '80, nel pieno di una guerra commerciale col Giappone, i
conservatori americani si
lamentavano del fatto che gli USA spendessero - per la difesa del
Giappone - più del Giappone stesso.
Ma
questa protezione non è stata concessa a tutti allo stesso modo: è
stata fornita unicamente agli alleati e a chi era integrato nel sistema
economico mondiale (ricordiamolo, costruito
dagli Stati Uniti e
per gli Stati Uniti
).
Laddove
all'interno di questo sistema erano in gioco interessi contrapposti gli
Stati Uniti di solito hanno scelto una parte, aiutandola in modo
discreto ovvero intervenendo direttamente: si pensi alle Falklands, quando
stretti tra alleati che si stavano facendo la guerra gli USA aiutarono
la Gran Bretagna con immagini satellitari ed informazioni riservate, ma
senza troppo clamore per non far innervosire i paesi latinoamericani.
I
protetti "generici", quelli cioè privi di garanzie specifiche come può
essere la NATO o il trattato bilaterale difensivo USA-Giappone non
godono di nessun diritto particolare alla difesa da parte USA, né si
possono aspettare che gli americani intervengano in loro supporto a
prescindere dai loro stessi interessi.
La Cina si è sempre
trovata in questa situazione, con l'aggravante che - avendo
rivendicazioni territoriali con TUTTI i suoi vicini - l'uso o la
minaccia della forza hanno costituito e costituiscono una delle
possibili opzioni del governo. In meno di trent'anni la Cina ha avuto
scontri:
con Taiwan (che la Cina considera
e sempre considererà una provincia ribelle).
con l'India.
con
l'URSS (in quell'occasione gli USA fecero i poliziotti ed avvertirono i
sovietici che se avessero attaccato con armi nucleari i cinesi per
decapitarne dirigenza ed arsenale nucleare, come stavano pensando di
fare, ciò sarebbe stato da loro considerato casus belli).
con il Vietnam.
Ha
un contenzioso aperto con il Giappone alimentato ad arte dal governo,
di cui non si capisce bene l'obiettivo a parte la generazione di odio e
di nazionalismo becero tra la popolazione.
Ha infine contenziosi
territoriali aperti con il Vietnam e le Filippine sugli arcipelaghi del
Mar Cinese Meridionale. Gli arcipelaghi oggi non sono sotto il controllo
della Cina ma essa, molto simpaticamente, ritiene che tutta l'area
faccia parte della propria sfera d'influenza - compresa Taiwan che non
conta in quanto è appunto una provincia cinese.
E che fanno
questi paesi? Chiamano il poliziotto, cioè gli americani - i quali sono
tanto più felici di intervenire quanto più sono ai ferri corti con i
cinesi.
Il "problema" della Cina è che è una grande potenza con
serie ambizioni espansionistiche ma a differenza di altre grandi potenze
ha scarsissime attrattive ideologiche, culturali ed economiche per i
potenziali sudditi. In tutta l'area la Cina è odiata e temuta, e questo
da secoli. Nel 1946 Ho Chi Minh per giustificare un accordo da lui
firmato che sanciva il ritorno dei francesi in Indocina disse:
l'ultima
volta che i cinesi sono venuti qui, ci sono rimasti mille anni. [...]
Quanto a me, preferisco annusare merda francese per cinque anni che
mangiare merda cinese per il resto della mia vita.Da qualche
anno la Cina ha acquisito la capacità di proiettare su questi paesi una
tale forza militare che essi (specie le Filippine ed il Vietnam) non
potrebbero rifiutare le richieste cinesi, se venissero fatte in un
certo modo. Ad impedire che vengano fatte, c'e' solo la presenza
del
gendarme - che oggi non tollererebbe questo genere di mosse.
Il gendarme va quindi neutralizzato.
Se (o quando) la Cina disporrà di un potenziale militare capace di
competere con la Settima Flotta USA, gli americani dovranno riflettere
molto seriamente prima di concedere certe garanzie ed assicurazioni.
Una
delle cose più impressionanti della Cina è la costanza con cui persegue
i propri obiettivi: è da sessant'anni che tratta Taiwan come una
provincia interna e buona parte della politica estera cinese (compreso
lo storico riavvicinamento con gli USA) è funzionale a questo obiettivo
storico - ricongiungere Formosa alla madre patria. Qualche anno fa sono
arrivati a minacciare di annientamento nucleare l'isola per il fatto che
l'allora presidente taiwanese stava considerando l'ipotesi di
dichiararne l'indipendenza*. Poi la cosa è rientrata (il tipo fece molto
saggiamente marcia indietro), ma è piuttosto allarmante che un governo dotato di armi nucleari
adotti questi approcci.
Aggiungiamo a tutto questo (che già
basterebbe) la questione delle risorse energetiche: la Cina le sta
cercando dove può, in modo anche molto aggressivo. Ma senza il controllo
dei mari (o almeno un'elevata capacità di proiezione militare) la
vulnerabilità della macchina industriale cinese è altissima. Se il Sudan
decidesse che no, glazie, plefelisce vendele il petlolio altlove, i
cinesi oggi potrebbero solo prenderne atto.
E se anche questo non basta, bisogna aggiungerci la questione più critica di tutte: lo spostamento degli equilibri strategici mondiali.
Vent'anni fa apparve questo straordinario libro:
in cui si descriveva il ciclo vitale delle grandi potenze negli ultimi cinque secoli, cercando di ricavarne delle regolarità.
Una
cosa tra le tante osservate da Kennedy era che lo status di grande
potenza non può mai dirsi assoluto, ma va sempre visto in relazione alle
potenze contendenti. Da questo punto di vista la forza della Gran
Bretagna agli inizi del ventesimo secolo, pur enormemente più grande in
termini assoluti rispetto al secolo prima, era molto più piccola in
termini relativi - a causa della competizione tedesca innanzitutto, ma
anche della crescita impetuosa degli Stati Uniti e delle altre potenze
industriali.
Oggi la stessa identica cosa può dirsi per gli Stati
Uniti. Sebbene ricchissimi, dal punto di vista economico e
relativamente al resto del mondo hanno perso molte posizioni rispetto a
cinquant'anni fa: ci è difficile rendercene conto perchè viviamo
all'interno della pax americana e siamo abbagliati da questa potenza (così come sarebbe rimasto abbagliato un cittadino europeo nel
1920 davanti alla constatazione che un quinto dell'umanità viveva sotto
il dominio inglese), ma gli USA oggi detengono una quota del PNL
mondiale assai minore rispetto al passato. La loro economia si è
rimpicciolita, mentre quella cinese si è enormemente accresciuta e se
tutto va bene (speriamo di no
) effettuerà il sorpasso nei prossimi venti anni.
Altra
valida osservazione di Kennedy è che allorché le grandi potenze entrano
nella fase discendente le loro spese militari, fino a quel momento
relativamente basse,
crescono:
la Gran Bretagna ha costruito
un impero con pochissime forze e solo la corsa navale con la Germania
l'ha costretta ad aumentare il bilancio della difesa;
le spese militari dell'URSS sono andate in direzione inversa alla crescita economica;
e
gli Stati Uniti hanno costruito la loro potenza economica praticamente
senza forze armate (le due guerre mondiali sono state parentesi),
decidendo di competere militarmente con l'Unione Sovietica solo a
partire dagli anni '60.
Oggi gli USA sono entrati nella fase
discendente, e come tutte le potenze descritte da Kennedy non riescono
più a bilanciare la crescita, i consumi, gli investimenti e le forze
armate. Il loro soft power è ridotto, e di conseguenza pressati dalla
concorrenza di altre potenze si ritrovano sempre più a fare affidamento
sullo strumento militare.
Dal punto di vista pratico questa
alterazione degli equilibri strategici ha conseguenze precise: oggi la
Cina ha molti soldi che può impiegare per costruirsi un proprio
strumento militare, difendere i propri interessi economici all'estero,
perseguire le proprie
giuste rivendicazioni territoriali e soprattutto evitare agli Stati Uniti tentazioni guerrafondaie.
E'
certo meglio, penserà la dirigenza cinese, impiegare questo denaro per
dare lavoro alla cantieristica navale ed alle nostre industrie che
prestarli al Tesoro USA (il quale ci andrebbe a pagare le portaerei che
navigano davanti alle nostre coste); il tutto con molta calma e
prudenza, perché nessuno vuole la guerra o la catastrofe economica, ma
allo stesso tempo con molta determinazione.
E per tornare all'inizio, ovvero allo sviluppo di una marina oceanica, è veramente difficile spiegare in altro modo quest'abbondanza di parchi gioco, ad orientamento militare, progettati intorno
a portaerei su cui fanno bella mostra veri aerei militari cinesi. A noi
verrebbe in mente di costruire una portaerei finta all'idroscalo di
Milano? I cinesi hanno un patrimonio di fossili di dinosauri, perché non fanno
parchi gioco a tema Triassico?