mercoledì 12 dicembre 2012

12 Dicembre 1985
Graziella Campagna 17 anni, stiratrice

Cresciuta in una famiglia numerosa (erano sette tra fratelli e sorelle) a Saponara Superiore, abbandonò gli studi e trovò lavoro come aiuto lavandaia nella vicina Villafranca Tirrena, un impiego in nero che le fruttava solo 150 mila lire al mese. Svolgendo quest’attività, Graziella un giorno trovò un documento nella tasca di una camicia di proprietà di un certo “Ingegner Cannata”. Il documento rivelava che il vero nome dell’uomo era Gerlando Alberti junior, nipote latitante del boss Gerlando Alberti senior (assicurato alla giustizia anni prima dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa). Quest’informazione le costerà la vita.
Il 12 dicembre 1985, dopo aver finito di lavorare, Graziella andò come di consueto ad aspettare l’autobus che l’avrebbe condotta a casa. Ma nell’attesa successe qualcosa e quella sera la corriera arrivò a Saponara senza di lei. La madre, che la aspettava, si preoccupò; Graziella non era ragazza da fare ritardi.
Nessuno riuscì a trovarla, inizialmente si pensò ad una “fuitina”, ma l’ipotesi non resse, in quanto l’unica persona che poteva aver progetti con lei era in quel momento a casa con la famiglia e lei lì non c’era.
Testimoni affermarono che lei quella sera salì su un’auto sconosciuta piuttosto tranquillamente, quindi con qualcuno alla guida di sua conoscenza e di cui si fidava, cosa che parve ugualmente molto strana ai familiari, visto che si trattava di una cerchia ristretta di persone.
Due giorni dopo il corpo fu ritrovato a Forte Campone – vicino a Villafranca Tirrena – e riconosciuto dal fratello, Pietro Campagna. Aveva cinque ferite d’arma da fuoco, rivelatasi una lupara calibro 12 che sparò da non più di due metri di distanza dalla vittima. Le ferite erano sulla mano e sul braccio con cui probabilmente tentò di proteggersi, all’addome, alla spalla, alla testa, al petto.
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