venerdì 27 luglio 2012

strage di Via Palestro

27 Luglio 1993, la Strage di via Palestro
Carlo Lacatena vigile del fuoco
Sergio Pasotto vigile del fuoco
Stefano Picerno vigile del fuoco
Alessandro Ferrari vigile urbano
Moussafir Driss immigrato marocchino

Milano un'autobomba esplode in via Palestro. 5 vittime: i pompieri Carlo Lacatena, Stefano Picerno e Sergio Pasotto, il vigile urbano Alessandro Ferrari e l'immigrato marocchino Dris Moussafir. Gravi danni al Padiglione d'arte contemporanea.

Nella stessa notte avvengono altri due attentati, a Roma.
Il primo è a San Giovanni in Laterano. Quest’ordigno provoca 7 feriti, di cui uno grave, e danni agli edifici della piazza.
Il secondo è alla chiesa di San Giorgio al Velabro. In questo caso viene danneggiato gravemente il portico della chiesa e altri edifici adiacenti e vengono ferite in maniera non grave alcune persone.

Gli attentati di Roma, Firenze e Milano mirano non solo a spostare l'attenzione fuori dalla Sicilia ma soprattutto a imporre alle istituzioni una politica di concessioni all'organizzazione mafiosa Cosa nostra: l'abolizione dell'ergastolo e del carcere duro, l'attenuazione della legislazione antimafia e la revisione dei processi.


Sono circa le 23 del 27 luglio 1993 quando una macchina con due vigili urbani di Milano viene avvicinata da un gruppo di persone in via Palestro, che segnalano una vettura parcheggiata nella strada dalla quale sta uscendo del fumo. In effetti, dopo pochi metri, i vigili vedono proprio di fronte al Padiglione di arte contemporanea (Pac) una Fiat Uno di colore grigio con del fumo biancastro che esce da uno dei finestrini anteriori leggermente abbassato.
I vigili chiamano immediatamente i pompieri – che arrivano in pochi minuti – poi aprono le portiere della vettura e il fumo si dilegua rapidamente, aprono anche il portellone posteriore e trovano nel cofano un involucro di grosse dimensioni, che occupa buona parte del baule. È chiuso con nastro adesivo ma sulla parte sinistra si vedono uno o due fili, che scompaiono nell’abitacolo. I vigili hanno subito l’impressione che si tratti di un ordigno esplosivo e ordinano di evacuare la zona. Dopo qualche minuto, un vigile, Alessandro Ferrari, su sollecitazione della centrale operativa del suo comando, si riavvicina all’auto per rilevarne il numero di targa prima che venga distrutto dall’eventuale esplosione; fanno la stessa cosa alcuni vigili del fuoco forse con l’intenzione di passare dall’altro lato della strada. Proprio in quel momento l’auto esplode.
Muoiono il vigile urbano Alessandro Ferrari e i vigili del fuoco Stefano Picerno, Sergio Pasotto e Carlo La Catena. Successivamente, sul lato opposto della strada, nei giardini pubblici antistanti alla Villa Reale, viene trovato agonizzante il cittadino marocchino Driss Moussafir, che morirà durante il trasporto in ospedale. Altre sei persone rimangono ferite.
L’esplosione distrugge la strada, un vicino distributore di benzina, il sistema di illuminazione pubblica e molte autovetture parcheggiate in zona; ma l’effetto più devastante è provocato dal fatto che l’esplosione raggiunge la condotta del gas sottostante alla sede stradale, che si incendia. Per ore fiamme altissime si levano al cielo senza che i Vigili del Fuoco riescano a domare l’incendio; finché, alle 4.30 circa del 28 Luglio 1993, esplode anche una sacca di gas formatasi proprio sotto il Pac.
La seconda esplosione ha sul padiglione effetti molto più dirompenti della prima: lo sventra completamente, danneggiando una trentina di opere; alcune vengono completamente distrutte.
Maurizio Torrealta, La trattativa

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