martedì 10 luglio 2012

10 Luglio 1994
Liliana Caruso 28 anni, moglie del pentito Riccardo Messina
Agata Zucchero 61 anni, madre di Liliana

Liliana Caruso vien uccisa il 10 luglio 1994 per ritorsione insieme alla madre per far tacere il marito pentito Riccardo Messina. Liliana Caruso aveva 28 anni e tre figli quando venne uccisa, insieme alla madre Agata Zucchero perché si era rifiutata di convincere il marito a non collaborare e aveva rifiutato la protezione della polizia per non allontanarsi dal marito. Probabilmente ingenuamente non immaginava che potessero arrivare a tanto e ad ammazzarla. Lei stessa aveva denunciato alla polizia le minacce ricevute da Domenica Micci e Santa Vasta mogli di due boss del clan Savasta, nel tentativo di zittire il marito tramite lei. Dopo l’uccisione delle due donne, Riccardo Messina portò a termine il suo pentimento e raccontò ai magistrati tutto ciò di cui era a conoscenza.

Da qualche mese la moglie di Riccardo Messina, assieme ai tre figli, era andata a vivere a casa della madre nella zona del Fortino. Qui si comportavano come due tranquille signore. E come due casalinghe ieri mattina sono scese in strada, nella caotica via Garibaldi, di fianco a un cinema a luci rosse. Liliana Caruso si avvia a far la spesa nella salumeria di fronte a casa, la madre resta ad attenderla sull' uscio. Due diverse squadre di sicari seguono i loro movimenti. Poco dopo le 9 l' agguato. Un killer a volto scoperto aspetta che la moglie di Riccardo Messina entri nella salumeria. La segue. La donna e' al banco e sta per fare le proprie ordinazioni. Il sicario le si para davanti, le punta la pistola in un occhio e spara tre colpi in rapida successione. Quasi in contemporanea l' altra squadra pensa alla suocera del pentito. Agata Zucchero sente le detonazioni che provengono dal negozio di alimentari, si agita, il primo impulso e' quello di accorrere in soccorso della figlia. Poi nota un uomo che le viene incontro, capisce tutto e tenta una breve fuga. Tutto inutile. I colpi di pistola del sicario la raggiungono alla schiena e alla nuca. Proprio in quel momento una gazzella dei carabinieri passa per caso nella zona. All' echeggiare degli spari i militari si precipitano di fronte allo stabile dove abita Agata Zucchero. "Uno scippo, e' stato uno scippo. La signora si e' fatta male" grida qualcuno. Molto probabilmente un depistaggio. I carabinieri cercano di soccorrere la donna, ma prima che capiscano com' e' andata gli assassini sono gia' riusciti a dileguarsi. Le indagini non lasciano spazio alla fantasia: e' stata certamente una vendetta trasversale. Ma chi e' questo Riccardo Messina? Soprannominato "U Sceriffu" e' affiliato al clan "Savasta", una cosca minore che controlla il racket delle estorsioni nella zona del porto. In collaborazione con il clan Santapaola, gli uomini della "Savasta" dettano legge nel mercato ittico imponendo i prezzi all' ingrosso del pesce. Prima di essere arrestato, il 6 febbraio scorso, Riccardo Messina era un killer tra i piu' spietati, indicato come elemento di primo piano della mafia catanese. Gli inquirenti lo consideravano addirittura l' uomo di fiducia del boss latitante Antonino Puglisi, capo del clan "Savasta".
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