mercoledì 22 febbraio 2012

perché Dresda?

Le principali città tedesche erano ormai state occupate o ridotte a cumuli di macerie, non c'erano più molti obiettivi che valesse la pena di colpire.

La Luftwaffe ormai costretta al suolo, le incursioni erano diventate economiche, con percentuali di perdite irrisorie. Gli aerei dovevano solo volare e sganciare le bombe, le missioni erano diventate poco più pericolose che voli di addestramento.

Ormai gli alleati stavano cominciando a colpire le cittadine piccole, quelle con 50.000 abitanti o meno. Dresda era l'unica grande città che fosse rimasta più o meno intatta.
Reggeva poi un discreto traffico ferroviario, che poteva avere una qualche utilità militare.

Ma oggettivamente fu uno spreco, il motivo reale fu che c'era un eccesso di forza militare da utilizzare rispetto agli obiettivi rimanenti.

Un buon libro sull'argomento, che nulla nasconde della realtà dei bombardamenti alleati, è la Germania bombardata.
 
Non è tanto un'analisi militare (per quella consiglierei altri libri, ma forse andiamo troppo sullo specifico), quanto uno studio sulla popolazione, il patrimonio artistico, le conseguenze materiali e psicologiche dei bombardamenti.