22 Settembre 1946
Giovanni Castiglione contadino
Girolamo Sciaccia contadino
Pochi la ricordano, ma, nel secondo dopoguerra, anche Alia, in provincia di Palermo, ebbe la sua strage. Una terribile strage, con morti e tanti feriti. Accadde la sera del 22 settembre 1946, mentre era in corso una riunione di contadini nella casa del segretario della Camera del lavoro del paese. I decreti Gullo, che davano il diritto alle cooperative contadine di chiedere l’assegnazione delle terre incolte o malcoltivate degli agrari, avevano creato entusiasmo e voglia di lottare anche in questo piccolo centro della Valle del Torto. Infatti, la riunione era stata convocata per discutere dell’occupazione dei feudi «Rigiura» e «Vaccotto», tutti e due nelle mani di gabelloti mafiosi. C’erano tanti contadini quella sera a quell’assemblea, c’era grande fermento e si discuteva piuttosto animatamente, per curare nei dettagli l’organizzazione dell’iniziativa di lotta. All’improvviso, «qualcuno» dalla strada lanciò delle bombe a mano nella casa, mentre «altri» spararono dei colpi di lupara. Due contadini, Giovanni Castiglione e Girolamo Sciacca, morirono sul colpo, altri tredici rimasero feriti. Fu una strage anticipatrice di quella che sarebbe stata consumata il 1° maggio a Portella della Ginestra. Il paese rimase sconvolto da tanta ferocia. Pur avendo consapevolezza del durissimo scontro sociale in corso, i contadini e l’opinione pubblica non pensavano che si potesse arrivare a tanto. Non pensavano che la ferocia degli agrari e della mafia arrivasse a tal punto da decidere di sparare nel mucchio, di ammazzare chiunque, di provocare una strage, pur di tenere a freno la «fame» di terra e la voglia di libertà della povera gente.
Alia e la strage dimenticata, La Sicilia